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Questo percorso è dedicato alla trasformazione sociale ed economica della nazione unita.

È esistita una religione politica del processo risorgimentale che ha avuto due corni: da una parte la lenta costruzione della adesione a Casa Savoia, dall’altra l’idea di un'”altra Italia”, un’espressione della quale è rappresentata dal “garibaldinismo”.

Parallelamente, si definiscono i temi che caratterizzano l’azione e la riflessione pubblica in due ambiti di intervento sociale: i processi di auto-organizzazione di tutela, di protezione e di mutualismo, che si diffondono a partire dagli anni ’50 , e la discussione sull’emergere della questione meridionale, due temi destinati poi per tutto il Novecento a porre la questione della vivacità, o dei nodi strutturali, della società civile in Italia.


Il garibaldinismo

Il garibaldinismo è un fenomeno sociale, politico e culturale di cui sono parte: un’idea romantica della nazione, la volontà di partecipare in prima persona al farsi della storia, la fedeltà al gruppo, il culto del capo, ma soprattutto la memoria delle azioni “fatte insieme”. Un processo che spesso assume la visione “ex-combattentistica”, ma che non si risolve o non si spiega solo nella partecipazione agli eventi bellici o alle battaglie del Risorgimento, ma che ha in sé anche l’idea o la convinzione di rappresentare se non un’ “altra Italia” almeno un’ “Italia migliore”.


Memorie di Giuseppe Garibaldi

I mille e le Memorie sono i due testi di Garibaldi che hanno costruito la sua immagine pubblica. Due testi per certi aspetti complementari: da una parte la definizione di una figura in cui prevale l’elemento dell’azione, dello scontro e della battaglia, dall’altra quella delle molte vicende che lo vedono protagonista, spesso sconfitto, e che ne accompagna l’immagine oltre il dato dell’eroismo e che significativamente si concludono con il ritorno a Caprera dopo la partecipazione alla guerra franco-prussiana in cui traspare un profilo di una stagione politica non più affidata alla sorte della scontro sul campo militare , ma la partecipazione ideale a quel conflitto sociale che anche sulla scorta della vicenda della Comune di Parigi vede Garibaldi, negli ultimi dieci anni della sua vita, prendere sempre più parte attiva alla nascita dell’Italia democratica, alle esperienze associative, alla lotta per il suffragio universale, alla lotta alla miseria.


Scrittori garibaldini

L’esperienza della guerra, ma soprattutto la vicenda umana di chi ha vissuto insieme una serie di eventi sono il filo conduttore di diari, di racconti autobiografici, di racconti che costituiscono un momento essenziale in cui si costruisce la rappresentazione del Risorgimento e la rivendicazione del proprio ruolo. In quella vicenda umana si colloca non solo l’orgoglio d ciò che si è fatto, ma anche il senso di una fedeltà ad un ideale di cui si è stati non solo parte, ma anche attori. Un “vissuto” che forse ha trovato il suo migliore “cantore” nel discorso pubblico di Carducci, che per molti aspetti costituisce la sintesi ma anche il canone con cui queste pagine autobiografiche furono non solo pensate o scritte, ma anche lette non solo allora, ma anche dalla generazioni che dopo in altre circostanze e in differenti momenti, nel corso del Novecento andranno alla guerra.


Memorie Luigi Musini

Il diario di un “garibaldino” emblematico volontario a sedici anni, nel 1859 poi volontario nel 1866 e uno dei Settanta di Villa Glori nel 1867; protagonista della battaglia contro il macinato, poi nella campagna dei Vosgi nella guerra franco-prussiana con Garibaldi fino all’inizio delle lotte contadine negli anni ’70 dove inizia una nuova stagione politica che porta Musini nel gennaio 1884 ad essere letto deputato al Parlamento.


Pensare un’altra Italia

La riflessione politica di Mauro Macchi, nella sua rottura con l’ideale mazziniano e la ricerca di una politica volta alla crescita culturale e professionale delle classi popolari.

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