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La patria è dove nasci o dove scegli di vivere?
L’idea di patria nella storia di un paese che prende consapevolezza di sé con lentezza e con incertezza tra Ottocento e Novecento e che solo nell’esperienza della guerra matura ciò che quell’idea chiede: l’onore, la disciplina,la bandiera del reggimento, il giuramento militare…
Di seguito gli ebook del progetto Europa, le grandi trasformazioni dal Thesaurus (formato pdf.) e dalla collana Utopie di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli (formato pdf. epub. mobi.)
Scarica gli ebook:
La guerra si combatte solo al fronte?
Guerra significa propaganda, mobilitazione, opposizione, rifiuto, opposizione. Mondo del lavoro e mobilitazione sociale si fondano su un principio “Nessuno escluso”. Ma questa parola non basta solo ripeterla, occorre anche creare uno spirito pubblico che chiede di esserci, di aderire con entusiasmo. Essere in guerra è anche ricordo di prima o di ciò che potrebbe tornare ad essere in un rinnovato clima di pace (è l’atmosfera del primo Natale di guerra, per esempio) sapere che quella della guerra è una condizione eccezionale, senza dimenticare il proprio lato umano, “rimanendo umani”:
Come la guerra cambia l'economia?
Il linguaggio per descrivere la realtà cambia, così come cambia la lingua dei produttori, dei soldati al fronte, della manodopera. Un cambio di parole, di espressioni e di immaginario che fa della condizione di guerra, dell’economia di guerra un piattaforma di abilitazione.
Con il ‘900 finisce l’Europa?
Nell’ultimo secolo sono cambiate molte cose (la posta in gioco, i combattenti, lo spazio in cui si combatte, i linguaggi…) e tuttavia questo non elimina il fatto che il nostro presente sia figlio di una lunga e profonda trasformazione che ha le sue origini e i suoi primi elementi proprio in quello scenario sconvolto di cento anni fa. Un vento che ha dato inizio a un fenomeno come quello dei reduci, più spesso dei feriti o degli invalidi di guerra, più spesso psichici, piuttosto che fisici, una condizione che non concede più spazi per sottrarsi e che al tempo stesso immette a quel processo di globalizzazione economica in cui siamo oggi immersi.
Il dopoguerra è davvero la fine della guerra?
E’ con la Prima guerra mondiale che inizia a circolare un’idea di Europa non più solo come cultura, ma soprattutto come attore politico unificato espresso da un patto federativo tra tutti i suoi attori culturali e politici interni.
Una realtà che da allora non ha smesso di affascinare, di “dannare” e di inquietare gli europei attratti e allo stesso tempo perplessi rispetto alla fisionomia di un luogo che molti vorrebbero attore politico di portata mondiale e che spesso non riesce ad essere molto più che un’ “espressione geografica”.
I nuovi protagonisti e rivali furono Wilson e Lenin: il primo, campione dell’universalismo pacifista democratico e dell’autodeterminazione nazionale; il secondo, erede dell’internazionalismo socialista e marxista.
La nostra patria è il mondo intero?
La Prima Guerra Mondiale è finita e le grandi potenze del mondo si incontrano, trattano, si confrontano nella Conferenza di Pace del 1919. Si trasformano quindi i linguaggi, i luoghi, la concezione dello spazio, concludi il percorso e scarica gli ebook:
Chi mi rappresenta?
Le sfide che le democrazie contemporanee si trovano ad affrontare sono molteplici. Per governare i complessi processi dovuti alla globalizzazione e alla crescente interdipendenza su scala internazionale, gli stati nazionali hanno delegato aree strategiche di intervento (specie in ambito economico) a entità sovranazionali, come è avvenuto nell’Unione europea. Nell’attuale contesto di crisi, questo ha però limitato i margini di manovra delle élites politiche nazionali finendo con il favorirne la delegittimazione agli occhi dei cittadini. La democrazia rappresentativa, così come l’abbiamo praticata fino ad oggi, sembra subire una doppia erosione: dal basso, da parte di movimenti populisti e fenomeni che puntano su modalità più orizzontali di partecipazione; dall’alto, da parte di rivendicazione tecnocratiche di guida della cosa pubblica con il conseguente rischio di una cattura oligarchica delle istituzioni. Qual è il futuro delle democrazie? Verso quali configurazioni si stanno evolvendo?
Votare è l'unica forma di partecipazione?
Le democrazie europee stanno attraversando mutamenti intensi: sul versante dei soggetti politici assistiamo all’emersione di nuovi partiti e movimenti; sul versante della comunicazione le nuove tecnologie aprono a sperimentazioni democratiche e a nuove disuguaglianze. I profondi mutamenti che hanno innescato una transizione nella nostra vita democratica hanno i loro confini segnati dalla fine dell’ordine bipolare seppellito sotto le macerie del Muro di Berlino, dalla crisi che dal 2008 ha colpito con vigore l’Occidente e in particolare l’Europa e dalla diffusione di internet e dei social media. Le nostre democrazie sono confrontate a molteplici sfide e stanno attraversando una difficile transizione che ne ridefinirà le caratteristiche.
Che fine ha fatto la sfera pubblica?
La trasformazione della politica nel nuovo scenario mediale e l’impatto di new e social media sulla sfera pubblica, costituiscono alcuni dei grandi temi che interrogano il presente e il futuro della nostra democrazia. Le nuove forme della comunicazione sono la causa o l’effetto di processi quali la personalizzazione delle leadership, la verticalizzazione delle organizzazioni politiche, la presidenzializzazione dei partiti, la delegittimazione sociale dei vecchi “corpi intermedi”?
Come nutrire il pianeta in modo sano e sostenibile?
Emerge una duplice natura delle questioni legate al cibo, all’atto del produrlo e del consumarlo. Questioni complesse che ne definiscono il significato profondo nel quale coesistono una dimensione globale, definita dalle problematiche legate essenzialmente alla sua disponibilità e al suo accesso, e una dimensione intima, individuale e comunitaria, racchiusa nelle pratiche di produzione e nei riti di condivisione che codificano l’identità di ciascuno quale individuo e, insieme, elemento di una collettività.
Come raggiungere stili di vita sostenibili?
Il tema delle asimmetrie nella distribuzione di libertà e opportunità è estremamente attuale, ed è per questo che il solo modo per strutturare misure strategiche efficaci è stringere un’attiva collaborazione tra istituzioni nazionali e sovranazionali che sappia davvero coinvolgere la cittadinanza.
Come saranno le città del futuro?
I fenomeni di urbanizzazione, la pervasività delle tecnologie per l’informazione e la comunicazione, i processi di innovazione tecnologica e sociale cui stiamo assistendo ridisegnano rapidamente le città e i modelli che fino a ora ne hanno regolato lo sviluppo.
La nascita di città umane nel prossimo futuro dipende dalla nostra capacità di comprendere le dinamiche dei nuovi fenomeni e di creare una governance informata, trasparente, orientata alla sostenibilità.
Come sarà il futuro del lavoro?
È sempre più forte quindi la necessità di analizzare gli effetti dell’attuale rivoluzione digitale sulle imprese e sui lavoratori e comprendere a fondo le caratteristiche del rinnovato rapporto tra uomo e macchina in senso ampio, coinvolgendo aspetti quali la tutela dei diritti, l’innovazione dei luoghi di lavoro e il ruolo delle politiche pubbliche.