La flessibilità è un elemento centrale nei dibattiti economici e politici attuali, ormai completamente integrata nelle politiche e nell’organizzazione del lavoro. Il tema della flessibilità sembra presentare due diversi aspetti, uno più economico che fa riferimento ai sistemi di miglioramento produttivo-organizzativo e di accumulazione di capitale, e uno legato più alla componente sociale, direttamente allo stato dei soggetti coinvolti. Questi due piani sono fortemente interconnessi, e vengono spesso definiti come flessibilità vera e propria e precarietà.
Se da una parte la flessibilità si riferisce ad un modo di organizzare il proprio lavoro, e riguarda l’autonomia degli spazi, degli orari e la semplificazione delle procedure, dall’altra la precarietà si riferisce invece alle condizioni di temporaneità e insicurezza derivanti dalle condizioni lavorative.
La condizione di flessibilità si contrappone per definizione ad una concezione del lavoro più standard e tradizionale, e presuppone l’assenza di un rapporto da dipendenti, un tempo diverso, parziale, e una condizione di temporaneità già implicita nelle forme contrattuali.