Agricoltura familiare per la sicurezza alimentare
La dichiarazione del 2014 come anno internazionale del “family farming” ha portato al riconoscimento pubblico dell’importante ruolo svolto dall’agricoltura famigliare per la sicurezza alimentare a livello mondiale. Nello stesso tempo si assiste a un processo, spesso non riconosciuto, di femminilizzazione del lavoro sui campi. La famiglia rurale è in rapida trasformazione così come lo è il ruolo di donne e uomini nella produzione agricola di piccola scala. Soprattutto in ambienti ecologici che non consentono l’intensificazione e meccanizzazione agricola, la migrazione maschile verso aree urbane è diventata una strategia economica indispensabile. Quando il lavoro sui campi è per lo più destinato alla produzione di cibo per il consumo famigliare, con minimo investimento di capitale e con limitati sbocchi commerciali, sono le donne che diventano le maggiori responsabili del ciclo agricolo e di allevamento. Per questo motivo sono spesso soggetti di sapere rurale, attrici di una tradizione agricola legata alla produzione di sussistenza e custodi di bio-diversità coltivata.
Attraverso l’analisi del caso himalayano si mette a fuoco il destino comune a molte aree “marginali”: l’impossibilità di industrializzazione agricola, la femminilizzazione dell’agricoltura e l’invisibilità sociale e politica del ruolo svolto dalle donne in agricoltura e per la sicurezza alimentare.
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