Gente nostra, sangue nostro.

Amare, lottare, morire per la patria

La patria è il suolo o il luogo che si sceglie con libertà e coraggio? Ci si può sentire cittadini di un Paese diverso da quello nel quale si è nati? Possiamo adottare o essere adottati da una patria? La patria è molte cose e forse è anche qualcosa di sorprendente.

La patria degli affetti, delle origini, quella che ci ha generati o da cui partire, quella per cui uccidere e morire, lavorare e sentirsi fieri. Com’è cambiato il concetto di patria nel corso dell’ultimo secolo?

Da Cesare Battisti a Gabriele D’Annunzio, fino al poeta inglese Wilfred Owen: tre figure caratterizzate da un rapporto controverso con l’idea di patria e con il concetto di confine, che consentono di ricostruire le trasformazioni di una parola-chiave dell’esperienza novecentesca che arriva ai nostri giorni profondamente mutata.

Ancora oggi, tra spinte autonomiste e la drammatica ricerca di una casa da parte di milioni di persone in fuga da guerre vicine e lontane, il Vecchio Continente rivela l’instabilità dei confini geografici di una patria ancora in costruzione.

Cento anni fa il terreno di confronto era quello ristretto delle nazioni. Oggi, è quello di una nazione sola che faticosamente cerca di nascere: l’Europa, che con pazienza e incertezza prova a scrivere il proprio domani

Per scoprire di più sul concetto di patria e come esso si sia evoluto a partire dalla Prima Guerra Mondiale, esplora le grandi trasformazioni del Novecento. Il viaggio comincia dalla propria casa: La patria è dove nasci o dove scegli di vivere?

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